Recherche

Questa ricerca utilizzerà lo strumento audiovisivo accompagnato da schede testuali e si svilupperà in ambito web, all’interno del blog dedicato all’intero progetto
L’obbiettivo è di tracciare, attraverso la narrazione diretta e dove è possibile la documentazione storica (materiale d’archivio), un percorso ampio di vissuti che mettano in luce i diversi aspetti della condizione migrante in Tunisia, al fine di comprendere come quella collettività, nell’arco di quasi un secolo, abbia potuto affrancarsi da una prima difficile condizione economica e realizzare un vissuto ben radicato all’interno di una società differente per molti versi ma prossima per rapporti secolari.

Il lavoro: migliaia di uomini e donne continuarono a svolgere in Tunisia i mestieri che praticavano in Sicilia: artigiani, pescatori, contadini per la maggiorparte. Altri furono costetti ad imparare nuovi mestieri lasciando in eredità ai loro figli delle vere e proprie imprese, sia a Tunisi che nelle zone rurali.
Non mancarono ambiti lavorativi legati al mondo dell’arte e della cultura in genere.
Otto anni dopo l’Indipendenza, il governo tunisino espropriò le proprietà di italiani e francesi. Centinaia di migliaia di persone persero tutto e furono costetti a scappare in principalmente in Francia e Italia , Paesi che di fatto non conoscevano.

La lingua: nasce in quel lungo momento storico una lingua, il “siculo-arabo”, frutto di una ennesima mescolanza tra lingue che già nei secoli precedenti si erano incontrate e fuse,
Il siculo-arabo mescolato anche a parole francesi influì posteriormente sia sul dialetto siciliano che su quello tunisino.

I rapporti sociali: la convivenza tra migranti siciliani e comunità tunisina fu tra le più pacifiche e tolleranti.
Moltissimi furono gli esempi di una apertura da una parte verso l’altra e lo si può ravvisare in diversi ambiti. In primis lavorativo, visto che sia tunisini che italiani vivevano una condizione di sudditanza, poiché la Francia era la padrona indiscussa di quella terra.
Nacquero, dopo una prima diffidenza, veri e propri momenti di mutuo soccorso conseguenza di condizioni di vita simili.
Vi fu anche una sorta di intereligiosità nata “dal basso”, spontaneamente: esempi sono le feste cristiane e musulmane vissute e partecipate da ambedue le collettività.
Numerosi furono anche i luoghi di incontro e i momenti di dibattito culturale.
Gli aspetti legati al cibo e alla cucina in generale furono fonte di ulteriore incontro tra immigrati e locali.
La Francia rimaneva distante da questa particolare coesione.

Italiani di Nord Africa: gli italiani che emigrarono in altri paesi del nord Africa furono tanti. Durante lil nostro percorsoabbiamo incontrato spesso persone che ci raccontano storie di emigrazione dalla Libia o dall'Algeria, vissute direttamente o tramandate.
Intrecciare la storia degli italiani di Tunisia a vicende parallele di emigrazione in Africa rafforza la nostra ricerca e ci da la possibilità di esplorare ulteriori modi di darsi dell trasformazioni.


Questi sono gli ambiti sui quali vuole muoversi la nostra ricerca. Tanti sono ancora i testimoni diretti di questa esperienza e molte sono le eredità lasciate.
Nostra intenzione è percorrere questa strada che ci porterà a viaggiare essenzialmente attraverso tre Stati: Tunisia, Italia e Francia.